Cresciuto vicino ad Anversa, in Belgio, Dries Otten apriva entrambe le finestre della sua camera da letto in inverno e, al freddo, si dipingeva in trance. Quell’amore per la pittura porterà Otten a guadagnare un master in restauro artistico. “Ma è stato terribilmente noioso”, ricorda. “E meglio eri nel tuo lavoro, meno visibile era il tuo lavoro.” Non contento di preservare semplicemente le creazioni altrui, passò ad un master in architettura d’interni e alla fine aprì il suo studio omonimo, concentrandosi su audaci e colorate cucine composte piuttosto come tele astratte. Sono evidenti allusioni a De Stijl, espressionismo astratto e Memphis. Un murale geometrico del 1920, ad esempio, ha ispirato il backsplash dipinto della cucina in una casa di Anversa. Il suo colore preferito, un grigio-blu di tono medio, descrive come Le Corbusier. “Esistiamo in una linea continua”, afferma Otten. “Per me, sarebbe strano progettare senza fare riferimento alla storia.”
Growing up near Antwerp, Belgium, Dries Otten would open both windows of his bedroom in wintertime and, in the cold, paint himself into a trance. That love of painting would lead Otten to earn a master’s in art restoration. “But it was terribly boring,” he recalls. “And the better you were at your job, the less visible your work.” Not content to simply preserve the creations of others, he went on to a master’s in interior architecture and eventually opened his namesake studio, focusing on bold, colorful kitchens composed rather like abstract canvases. Allusions to De Stijl, abstract expressionism, and Memphis are apparent. A 1920 geometric mural, for example, inspired the painted backsplash of the kitchen in a house in Antwerp. His favorite color, a mid-tone gray-blue, he describes as Le Corbusier in feel. “We exist in a continuous line,” Otten says. “To me, it would be weird to design without referencing history.”
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