A cura di Gabriella Lattari e Patrizia Zancan
Da cinque anni al Liceo Artistico Caravaggio di Milano, noi prof di Architettura, Gabriella Lattari e Patrizia Zancan, ci siamo imbattute in una prova di maturità unica ed emozionante. La nostra classe, la 5D, indirizzo Architettura e ambiente, ha presentato all’esame il suo elaborato di indirizzo sul tema che noi abbiamo pensato per loro…L’esperienza del luogo nell’età del #dopocoronavirus: idee per un’architettura come servizio alla comunità. Partendo dalla riflessione di Martin Heidegger ‘L’uomo abita quando riesce ad orientarsi e identificarsi in un ambiente, allora gli spazi in cui la vita si svolge devono essere luoghi nel vero senso della parola. Spazi dotati di caratteri distintivi’, progetta un edificio di 1000 mq ecosostenibile, accessibile e provvisto di giardino interno su un’area libera del territorio, utilizzando i riferimenti all’architettura contemporanea e specificando le motivazioni delle scelte linguistiche effettuate e dei materiali utilizzati. Ci è piaciuta l’idea di guardare ad un futuro rinnovato partendo dall’io di ciascuno studente, alla ricerca dell’intima interpretazione del vissuto durante l’emergenza sanitaria, anzitutto come cittadini di una società che sa guardarsi dal di fuori. Ecco i passaggi: individuazione di lotti liberi nel territorio milanese; sintesi dell’idea narrata in uno slogan; schizzi progettuali del percorso ideativo con riferimenti agli architetti contemporanei; esecutivo dell’edificio con dettagli relativi all’uso dei materiali e del giardino interno con mappatura delle essenze. Le proposte presentate sono racconti di esigenze connesse alla consapevolezza della realtà contemporanea vissuta e interpretata con gli occhi della giovinezza: il bisogno emergente di recuperare il contatto fisico, la cura della mente e del corpo, la socialità intergenerazionale, l’incontro con una natura rigogliosa. Esigenze che diventano luoghi che parlano un linguaggio la cui sintassi è fatta di rapporti, di forme, di materiali e di luce ritrovata. Dal nostro punto di vista, l’elaborato di indirizzo è stato l’epilogo di mesi di didattica a distanza talvolta faticosa che pure ha fatto emergere nei nostri studenti una spinta creativa alimentata dal moltiplicarsi di spunti e spazi di riflessione, quelli concessi dall’età del coronavirus e quelli utili per il #dopocoronavirus. Lasciamo, dunque, ad alcuni dei nostri studenti il racconto di quest’esperienza; il lavoro di tutti con la collocazione territoriale è invece visualizzabile al link https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1sWG37riNBaPn5zEBDuV6D9qd9IEWEylc&usp=sharing
Le proposte degli studenti sono così di seguito descritte:
#SocialArt di Andrea Maria Severgnini, L’idea del progetto nasce durante il periodo di lockdown causato dalla pandemia Covid19 che ha costretto all’isolamento ognuno di noi. Questa situazione ha portato a numerose riflessioni, tra queste l’immaginarsi un ritorno alla normalità con la necessità di ristabilire legami, relazioni e favorire la socializzazione. A tal proposito è stato ipotizzato lo studio di una struttura polifunzionale. Alla base dell’ideazione progettuale della mia architettura vi è l’arte, in quanto a mio avviso è in grado di coniugare il bisogno di socializzare con quello di alleggerire la mente attraverso la manualità. #AntiVirus di Francesco Righetti, L’idea alla base del progetto si ispira alla forma che i virus assumono nel mondo microscopico in cui vivono. Il progetto vuole concentrarsi su come la vita della città possa tornare a scorrere dopo la recente pandemia di COVID-19, durante la quale si è stati costretti a rimanere in casa. Cosa si può definire come luogo da “dopo il coronavirus”? Un luogo che permette di svolgere attività alle quali ci si è dedicati all’interno delle proprie case durante la quarantena, ma che d’ora in poi si svolgeranno all’esterno, in un luogo pubblico. Il giardino circostante, il tetto giardino e il giardino interno avvicinano la struttura, e i fruitori, ad una natura urbana alla quale potersi unire per trovare quiete e fuggire dalle trafficate strade del centro urbano milanese. #closetonature di Elisa Cillis, Mi chiedo, perché privarci della natura quando è colei che ha su di noi un effetto benefico? L’idea progettuale è nata da una riflessione che ha avuto origine durante i mesi della pandemia. Uno dei bisogni più grandi era quello del contatto con il mondo esterno, così ho pensato ad un’architettura che non ponesse limiti al verde circostante. E’ un edificio chiuso, sì, ma la vera protagonista è la natura che penetra all’interno attraverso delle punte totalmente vetrate. #toghether di Ambra Mellace, A seguito dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, che ha coinvolto la popolazione mondiale, tra le varie misure per il contenimento del contagio è stato imposto il distanziamento sociale. Questa privazione ha avuto notevoli ripercussioni sulla vita quotidiana delle persone, a livello economico, sociale e psicologico. L’idea del mio progetto architettonico prende spunto da un gesto di cui siamo stati privati durante la quarantena e che tutt’ora ci è in qualche modo impedito: l’abbraccio. Insieme alla libertà, che pian piano stiamo ritrovando, fa parte dei gesti di cui sentiamo maggiore nostalgia. #liberiamolamente di Veronica Di Tonno, Per realizzare il mio progetto sono partita dall’esperienza vissuta durante questi mesi di quarantena. Sono partita da una riflessione che mi sono posta ovvero il fatto che, rinchiusa in casa, non è stato possibile a me, come a molte altre persone, esercitare il diritto di libertà che caratterizza tutti noi e dar sfogo alla propria mente. Il punto di partenza è stato quindi pensare il nome del progetto, #LiberiamoLaMente, che potesse enfatizzare al meglio questo pensiero ma anche l’obiettivo della struttura. #ilbenessereritrovato di Luca Nunez, Il benessere ritrovato è stato progettato per rispondere all’esigenze contemporanee legate alle problematiche ambientali e di salute avvenute in questo 2020. Il pensiero di stare lontano dai miei affetti e amici è stato il mio punto di forza per creare un luogo dedicato al benessere, sia fisico che psicologico: un luogo in cui ritrovarsi. La sostenibilità ambientale ha orientato le mie scelte per quanto riguarda l’uso dei materiali e il concept della struttura con uno sguardo ad architetti che operano in questo senso, come Bjarke Ingles, Mario Cuccinella, Neri Oxman, Stefano Boeri e Renzo Piano. #l’abbraccioritrovato di Irene Bacchin, L’idea parte dall’analisi delle fasce di età che hanno sofferto maggiormente il periodo della quarantena, cioè i bambini e gli anziani, perché entrambe le generazioni hanno risentito delle misure stringenti riguardo le possibilità di movimento e socializzazione. Successivamente ho individuato le attività ideali per ogni fascia di età che potessero risvegliare la mente e il corpo.
Un ringraziamento particolare va alla nostra Dirigente Scolastica, la dott.ssa Annalisa Esposito, che ci ha accompagnato in questo particolare anno scolastico con la sua professionalità e la sua umanità, e alla Presidente della Commissione dell’esame di maturità, la prof.ssa Lara Cipriani, che ha saputo cogliere il meglio dei nostri studenti valorizzando l’impegno e la serietà di questi mesi.
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