Su Instagram i disegni di Giulia Cigui, assumono al contempo leggerezza ed eleganza, espressione e curiosità, rappresentano mondi possibili e sognanti, ma anche case eleganti, spazi accoglienti, interni, esterni, piccole architetture, raffinate, delicate, significative, concrete utopie. Il disegno, di nuovo in questa occasione, è lo strumento di espressione complesso ed efficace, di questa giovane architetto italiana, laureata nel 2020 presso l’Università degli studi di Trieste al Corso di Laurea Magistrale in Architettura (con 110 e lode). Giulia vanta una formazione internazionale che l’ha portata, grazie al progetto Erasmus, a seguire gli ultimi tre anni di studio alla Politecnica di Madrid, dove ha sviluppato la tesi di laurea sul recupero urbano dell’area industriale di Villaverde a Madrid. Un progetto nel quale vengono applicati approcci inclusivi con il fine di creare processi sinergici tra città e centri produttivi, e che allo stesso tempo lavora sui materiali dello spazio urbano convertendoli in aree attrattive per la quotidianità della vita. Temi, nella città post pandemia di grande attualità. Un lavoro di ricerca e progetto che tende a generare una città più complessa e articolata, e allo stesso tempo più ugualitaria e sostenibile.
All’esperienza didattica si affianca quella professionale in Italia, dopo l’esperienza in Spagna in uno studio di architettura madrileno. Giulia crede molto nel potere dell’architettura come strumento per dare forma al nostro futuro, creando una relazione tra gli umani e l’esterno, con ferma convinzione che molti problemi possono essere risolti se vengono ascoltate tutte le forze in gioco, e usando il progetto, attraverso il suo mezzo di espressione come il disegno, per trasformare i luoghi e gli spazi di vita. La sapienza progettuale di Giulia Cigui si esprime anche nel sapiente dosaggio di riferimenti nei suoi progetti, che spaziano dall’architettura moderna, alla grafica, fino alla pittura. Un sapiente “saccheggio” di suggestioni che si traducono in proposte personali per l’abitare, il rapporto con la natura e l’architettura, il paesaggio e le forme nelle quali Giulia diluisce le sue proposte, che ne diventano parte fondamentale e capaci di esaltare la forza dei contesti.
Le immagini dopo la distruzione di Aleppo si sono diffuse dai media e sono ormai note a tutti. Ci rattrista la scomparsa di tali cimeli ed edifici storici, allo stesso tempo proviamo angoscia per quello che è successo alle persone del posto. Pertanto, diventa necessario ricostruire quegli edifici importanti ma è altrettanto molto urgente ricostruire le aree residenziali. La domanda che ci si è posti è: come potrebbe questa città accogliere nuovamente tutti i suoi cittadini che ne vorranno fare ritorno? Il progetto prevede di prendere come base di partenza la vecchia struttura urbana, progettandoci sopra un nuovo modello urbano, più adatto all’abitare, e allo stesso tempo riparare le aree danneggiate dalla guerra. Per cercare di alleviare il trauma della svolta è stato deciso di mantenere le strade esistenti e ricostruire gli edifici adiacenti cercando di mantenere le altezze degli edifici precedenti. Questo serve a generare nelle persone che rientrano una sensazione di familiarità. Per il progetto dei nuovi nuclei abitativi è stata presa come riferimento la domus romana, che è stata analizzata sintetizzando i concetti chiave che caratterizzano la sua composizione architettonica spaziale, al fine di ricreare una versione moderna e minima che ne riproponga l’essenza.