Di Franca Franco.
A due anni dalla pubblicazione dello straordinario editoriale di G. Pino Scaglione sulla Cultural Farm di Favara mi si offre il doppio privilegio di visitare Palazzo Branciforti-Bartoli e Palazzo Tortorici a Mazzarino, in provincia di Caltanisetta, e soprattutto di poterne scrivere e poter quindi mettere ordine al turbinio di emozioni che ho provato.

Arrivare di sera nel cortile di un palazzo nobiliare, Branciforti-Bartoli, la cui rassicurante ed elegante atmosfera è resa dagli archi disegnati da rigogliosi rampicanti, ha appena stemperato lo stupore di immergersi in un’atmosfera mediterranea, dove nel chiaroscuro dei led che segnano i passi si sente il rumore dell’acqua e s’ intravede il fondo dell’ampia piscina disegnato da maioliche bianche e nere. Nell’ombra del patio la sagoma di un pianoforte a coda testimonia che quello è uno spazio vissuto. Ci invitano ad entrare nella sala d’ingresso e da lì lo sguardo scorre in una visione caleidoscopica su ambienti e pareti che sono installazioni d’arte, che attraggono e stordiscono allo stesso tempo.

Uno dei salotti le cui pareti mostrano una grafica geometrica in bianco e nero, porta la firma di Motorefisico. Avrei voluto chiedere se fosse una residenza privata o una galleria d’arte, ma ho evitato di formulare una domanda che sarebbe sembrata provinciale e solo il giorno dopo, visitando l’attiguo palazzo Tortorici, ho compreso meglio il nesso e i significati. Il mio dubbio palesava una reiterata consuetudine alla frequentazione di abitazioni appartenenti ognuna alla propria categoria senza grosse sorprese. Questa volta invece ho avuto bisogno di fare molte domande al padrone di casa che pazientemente, con la sua naturale gentilezza mi ha raccontato la storia della residenza legata alla famiglia e il suo personale bisogno di potersi sentire a proprio agio in una dimora barocca, segnando gli interni col proprio gusto senza stravolgerne la struttura.
Ho potuto perciò ammirare senza imbarazzo, in un atteggiamento a metà fra l’ospite e il visitatore di una galleria d’arte contemporanea, le tantissime opere grandi e piccole disseminate sui due piani, compreso quello notte. Anche andare a dormire è stata un’esperienza sensoriale forte. Siamo tutti abituati a pigiare un interruttore per accendere la luce, ma se ad illuminarsi fossero tre opere digitali di un famoso fotografo americano? Dal bagno poi non volevo più uscire. A sorpresa mi sono ritrovata in un’oasi tropicale, dove le ragioni delle funzioni sparivano per lasciare spazio ad un benessere profondo.

La scoperta degli spazi e delle loro vocazioni, è continuata il giorno dopo raggiungendo la zona dell’accoglienza, della consapevolezza, del desiderio e della speranza, oltre alla biblioteca del tempo, alla cappella pop e ai vari ambienti che mescolano arredi antichi con opere d’arte contemporanea. La destinazione di questa splendida dimora è soprattutto l’accoglienza dei numerosi ospiti che arrivano qui da tutte le parti del mondo per contribuire ai tanti progetti in atto. E’ nata così, a gennaio 2022 Farm Cultural Park a Mazzarino. Più recente l’inaugurazione della Embassy a palazzo Tortorici, di proprietà del Comune e rimasto chiuso e inoperativo per circa vent’anni. Dopo lunghe trattative si è arrivati a un accordo tra pubblico e privato per ottenere una concessione d’uso. Così è nata un’altra appendice di Cultural Farm dedicata ai giovani, con il significativo nome di Plurals.

Partendo dai ragazzi di Mazzarino il tam tam è arrivato lontano, attraendo teenagers e adulti da tutto il mondo. Chi entra troverà spazi dedicati per trascorrere lì intere giornate: una ricca e originale edicola con riviste d’arte, libri e giornali; uno spazio per ascoltare e scaricare musica, un ambiente per la proiezione di film e cortometraggi e tant’altro. Le mostre d’arte estemporanee e permanenti, collegate alle attività espositive di Farm Cultural Park di Favara, di cui palazzo Tortorici è parte integrante e complementare, si collocano al primo piano. Qui trovano posto opere d’arte declinate in tutte le forme espressive da pittori, fotografi, videomaker, poeti, musicisti… Mi chiedevo quale potesse essere la ricaduta di un progetto così ambizioso su una comunità di circa undicimila abitanti, la risposta l’ho trovata a Favara. Era necessario visitare Favara per capire l’origine della rivoluzione culturale in atto. Percorrere le strade trafficate e buie di una cittadina qualunque del meridione d’Italia, dove il non finito e il degrado segnano la maggior parte dell’abitato, non è stato facile. Per questo, l’infrangersi dei colori sulle pareti lucide dell’ingresso della Farm ci ha attratto come un’oasi nel deserto.
“Abbiamo Tutto Manca il Resto”questa scritta a tutto campo e più volte ripetuta, sullo sfondo di coloratissimi manifesti, ci restituisce il senso di questo progetto culturale dedicato alla Sicilia. I personaggi che riempiono i poster e gli spazi, ideati dagli artisti siciliani Azzurra Messina e Lorenzo Romano, definiti da loro alieni “fluo-pop”, superato il primo sguardo di disorientamento, diventano subito creature amiche e divertenti, che raccontano tante storie. Di esseri umani che si trasformano nel tempo, proprio come i paesaggi che abitano, i quali diventano desertici, primordiali. Personaggi che però continuano a giocare e ad interagire fra di loro e con il mondo in mutamento. Vuole anche essere una strizzata d’occhio verso l’ intelligenza artificiale, con cui i personaggi sono stati costruiti.“Abbiamo Tutto Manca il Resto” è il tema della quadriennale transdisciplinare che da giugno 2024 a giugno 2025 porterà in giro per la Sicilia i segni di artisti impegnati a costruire il futuro migliore, partendo dalle realtà scottanti della Sicilia. Pittori, fotografi, architetti, designer, scenografi, videomaker affronteranno i temi dello spopolamento dell’isola; dell’identità superando l’ostacolo degli stereotipi; della natura che ci nutre e che va rispettata; delle disugliaglianze.
La prima tappa è stata nella bella sede di Isola, palazzo Biscari, a Catania ed è durata 3 giorni durate i quali l’ “Odissea Sicilia” si è spostata ad Aragona, Favara e Gela. Si continuerà in giro per la Sicilia fino a giugno 2025. Di sicuro l’ avventura della Cultural Farm continuerà e il suo potente messaggio di contaminazione dei luoghi e delle persone con l’arte, arriverà molto lontano. Franca Franco