Questa è la mia idea di artigiano. Un artigiano, come mi è stato spesso descritto, che non fa affidamento sulla tecnologia digitale, ma è invece profondamente radicato nelle tecniche artigianali di alto livello. Competenze che provengono dall’antica tradizione artigianale italiana, e in particolare siciliana.
Ho due temi ricorrenti: la Sicilia, intesa come amore per la mia terra; un amore che ispira tutte le mie creazioni; e l’arte, che infondo in tutto ciò che faccio. Tutte le mie creazioni – vestiti, borse, caftani, arazzi, teste moresche – sono il risultato di un profondo legame con le tradizioni della mia terra: ogni giorno imparo qualcosa di nuovo da esso e alimenta costantemente la mia creatività, e insieme a una ricerca incessante aiutami ad approfondire la selezione dei materiali e il modo in cui lavoro con loro.
Sono l’ultimo di sette fratelli, nato e cresciuto a Melilli. Quando avevo 14 anni mi sono trasferito negli Stati Uniti. Volevo studiare arte, e per pagare i miei studi ho lavorato su vari lavori: ero un pescivendolo, un fruttivendolo e lavoravo anche nelle piantagioni di tabacco. Quando sono tornato in Italia, ho deciso di vivere a Firenze per frequentare l’Accademia d’Arte di Firenze, lavorando contemporaneamente in una prestigiosa boutique di alta moda.
La cosa giusta da dire qui sarebbe che analizzo costantemente il mercato mentre studio attentamente come posizionarmi in esso, ma la verità è che seguo solo il mio istinto. Mi guardo intorno e trovo ispirazione nei volti, nei corpi, ma anche nelle situazioni, nei momenti e nei paesaggi che diventano un’idea astratta dietro le mie creazioni, e provo a comunicare quelle vibrazioni ed energie specifiche.
Chiamo le mie creazioni “pezzi d’arte a porter”. Li considero non solo semplici vestiti, mobili o oggetti di design per la casa, ma in realtà in un certo senso opere d’arte, ognuna unica e fatta a mano, con l’ambizioso obiettivo di far sentire uniche tutte le persone che le indossano.
Lo stesso vale per i miei mobili e il design per la casa: credo che l’ambiente in cui siamo immersi rifletta la nostra personalità tanto quanto i vestiti che indossiamo, raccontando una storia.
Quando vivevo a Miami, negli anni ’90, il mio desiderio di imparare ed esplorare mi ha portato a visitare alcuni magazzini in cui venivano conservati abiti usati per i senzatetto. Quei vestiti realizzati con materiali originali dagli anni ’20 agli anni ’50 sono stati il mio punto di partenza per i miei primi patchwork. L’idea originale di scarti e abiti rifiutati e indesiderati si è evoluta fino a includere tessuti salvati e riproposti, elaborati e tinti a mano da me usando coloranti naturali.
Per info factorymelilli@gmail.com