Una delle prime tappe del viaggio si apre con alcune architetture tra Nord e Sud, dal normale, apparente contrasto per linguaggi e contesti. L’editoriale di questo numero web, che fa riferimento a questo viaggio, riassume le posizioni della rivista nei confronti di questa serie di produzioni ed è conseguente ad una selezione effettuata secondo un criterio esclusivo-inclusivo. Iniziamo con tre realizzazioni, una al nord, due nel Mediterraneo, in Sicilia e nell’Isola di Fomentera.
L’architettura di IFDesign a Erba (Como), è un progetto e realizzazione di edifici per laboratori artigianali e del centro socio-educativo, che si inseriscono all’interno di un complesso dedicato alla cura delle persone diversamente abili, a completare un programma che comprende anche una mensa-ristorante, un salone polifunzionale e alcuni spazi aperti. Il laboratorio è uno spazio lavorativo di assemblaggio in cui lavorano circa 20-25 persone, prevalentemente disagiate, cioè con disabilità o altri tipi di problemi (per esempio persone affidate ai servizi sociali), assemblando componenti per conto terzi. Si tratta di due corpi uniti che misurano circa 550 mq complessivamente. Gli shed portano luce naturale negli spazi che sono completamente liberi all’interno, fatta eccezione per il piccolo box ufficio e per il blocco degli spogliatoi. Queste funzioni si trovano al centro, nell’articolazione che collega i due corpi. È uno spazio di grande versatilità, poiché può essere convertito velocemente a seconda del tipo di produzione che viene richiesta, semplice e neutro, ma anche dotato di un forte carattere spaziale adatto a molteplici usi. Come per tutto il resto del complesso, infatti, si pensa che lo spazio sia convertibile in funzioni differenti e potrà essere utilizzato, anche in parte, per riunioni, feste o altre attività collettive. La facciata in vetroresina verde ha un costo limitatissimo (circa 5 euro/mq), ma è in grado di costituire un forte carattere espressivo dell’edificio. Il materiale protegge e lascia trasparire allo stesso tempo circa 50 lampade lineari LED che illuminano la piazzetta che anticipa l’ingresso pedonale. L’idea è che le luci, i tubi metallici navali dove passano i cavi elettrici di alimentazione e le scatole tonde di derivazione fossero una sorta di “sistema nervoso” dell’edificio. Per questo è sembrato particolarmente interessante che fossero i ragazzi del centro (tutti con problemi cognitivi) a disegnarne il tracciato e la disposizione, in maniera più libera e secondo la loro personale interpretazione. Durante una giornata di laboratorio ognuno ha prodotto un modello bidimensionale della facciata utilizzando fili di lana, fiammiferi e puntine. Hanno partecipato persone con sindrome di down, post-traumatici con problemi di comprensione e comunicative, oppure non vedenti. In qualche maniera il tracciato riflette il tipo di problema mentale, chi di rigore ossessivo, chi particolarmente elaborato e allegramente confuso.
Progetto: IfDesign – Franco Tagliabue Volontè, Ida Origgi architetti; Team di progetto: Franco Tagliabue Volontè, Ida Origgi Con Mattia Cipriani, Chiara Castroflorio; Impresa di Costruzione: Stampini snc – Lurago d’Erba, Slp: 880 mq, Costo di costruzione: 850.000 euro; Anno di realizzazione: 2019; Fotografie: Andrea Martiradonna.
MUDECO MUSEO DEL COSTUME, CASTELLO DI DONNAFUGATA
Il museo del costume o MUDECO si trova nei bassi del complesso edilizio del cosiddetto Castello di Donnafugata, costruzione che al contrario di quanto il nome possa far pensare, è una sontuosa dimora nobiliare del tardo ‘800 che sovrastava quelli che erano i possedimenti nella campagna ragusana, della ricchissima famiglia Arezzo De Spuches: l’edificio copre un’area di oltre 7500 metri quadrati su 3 piani in stile neogotico coronata da due torri laterali, ed è circondato da una grande parco.
Riguardo al restauro conservativo, in accordo con la Soprintendenza, quando necessario sono state effettuate sostituzioni degli intonaci con l’utilizzo di malte a base di calce idraulica; sono state trattate tutte le superfici intonacate con una velatura superficiale a base di puro grassello di calce in pasta con pozzolane, esente da cementi, tesa ad evitare lo sfarinamento; sono state mantenute le volte in pietra a vista, in buono stato, e le volte in gesso.La strategia degli innesti di microarchitetture ha stabilito che ogni elemento aggiunto dovesse avere un carattere di estrema riconoscibilità, versatilità funzionale e nello stesso tempo di facile smontaggio. I dispositivi architettonici predisposti affrontano lo spazio in modo innovativo e flessibile, in accordo con la curatela della Collezione esposta.
Alle cosiddette “gabbie”, dotate di una struttura metallica autonoma costituita da pilastri scatolari in ferro appoggiati al pavimento, sono installate le luci e i tendaggi in velluto ignifugo naturale COEX, che risolvono il problema dell’oscuramento della luce naturale e ammorbidiscono la percezione dello spazio. Il sistema non intacca la struttura muraria, oscura le bucature esistenti, ovatta l’ambiente, sorregge l’impianto d’illuminazione, direziona il flusso dei visitatori, enfatizza la Collezione esposta.
LA COLLEZIONE; Il Museo del Costume ospita la Collezione di abiti e accessori antichi “Gabriele Arezzo di Trifiletti” e offre una importante e rara panoramica sulla moda dagli inizi del Settecento alla metà del Novecento, illustrandone i mutamenti della foggia e dei tessuti. L’importanza della Collezione e la sua completezza fanno sì che questo patrimonio, ora di proprietà pubblica grazie all’acquisizione da parte del Comune di Ragusa, diventi una fonte preziosa di informazioni per addetti e studiosi del settore oltre che assurgere a nuovo polo di attrazione turistica.
CREDITS: Luogo, Castello di Donnafugata, Ragusa; Anno: 2020 Cliente: Comune di Ragusa; Progetto del restauro architettonico, del percorso espositivo-museale, di illuminazione e allestimento scenico. Design delle teche e degli espositori, Arch. GIUSEPPE GURRIERI, Arch. NUNZIO GABRIELE SCIVERES; Design Team: GIUSEPPE GURRIERI, NUNZIO GABRIELE SCIVERES, VALENTINA OCCHIPINTI, GIULIA FILETTI, FABRIZIO CAMILLIERI, GIUSEPPE IACONO, SALVATORE BARRANO, ALESSANDRO BONTA’, ENRICO RAVALLI; Direzione tecnico-scientifica e coordinamento museale per la collezione degli abiti ed accessori “Gabriele Arezzo di Trifiletti”, GIUSEPPE NUCCIO IACONO; staff GIUSEPPE NUCCIO IACONO, GIUSEPPE COSENTINI, SIMONA OCCHIPINTI, ANTONIO SORTINO TRONO, GIANCARLO TRIBUNI SILVESTRI; Calcolo strutture, ING. GIANCARLO DI MARTINO; Progetto illuminotecnico, ARCH. VALENTINO GIUNTA; Progetto impianti
ING. MICHELE OTTAVIANO; Main Contractor; IMPRESA GURRIERI, IMECO; Impianto elettrico, Elettro Tecnology; Fornitori, OMET Opere in ferro e di falegnameria , COEX tendaggi, AGORA’ confezionamento tendaggi; Fotografie di Francesco Caristia;
CASA A FORMENTERA, ARCHITETTO MARIA’ CASTELLO’
Es Pou de Can Marianet Barber ”è un toponimo storico nell’entroterra dell’isola di Formentera. Un appezzamento rurale dove diverse preesistenze condizionano l’inserimento di questa piccola prima residenza nel territorio. Tra questi spiccano l’appezzamento di muretti a secco centenari e l’organizzazione delle colture. L’intervento si trova nella zona occidentale del lotto, parallela ad un tracciato di oltre un chilometro di lunghezza, orientata a sud e protetta dal sole al tramonto da un ammasso di vegetazione, liberando così la zona più fertile da dare continuità all’attività agricola esistente.
La proposta si articola in tre volumi, che ordinano il programma dotandolo di una grana più piccola e secondo la scala del paesaggio. Da sud a nord, il primo corpo ospita un portico che offre protezione solare, il secondo contiene il programma più pubblico e il terzo due camere da letto. Tra questi ci sono strisce trasversali che separano fisicamente i volumi, fornendo loro ventilazione e illuminazione, oltre a fornire loro servizi e collegamenti. Davanti alla casa è presente una cisterna che la rende autosufficiente dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico offrendo allo stesso tempo un solarium per i mesi più freddi dell’anno. Dall’interno e attraverso il portico si scoprono prospettive profonde verso il paesaggio piatto di campi di grano e avena, dove predominano il colore tenue e caldo della terra e il verde tenue dei mandorli e dei fichi. La luce, il colore e la materia dall’esterno entrano negli interni della casa grazie alla ceramica e al legno, due materiali nobili che si combinano in modo sottile e senza tempo.
La coerenza e l’armonia materica ha portato a risolvere con meccanismi elettrici in porcellana vetrificata bianca l’integrazione delle installazioni in luoghi unici come la testata della camera da letto padronale, così come altri più comuni come portalampade e wc. Per questo progetto sono stati studiati appositamente anche un set di luci e pezzi speciali realizzati a mano con casseri realizzati nel nostro studio, ricercando la loro integrazione cromatica e dimensionale nel contesto dei rivestimenti. La maggior parte dei mobili è stata progettata su misura e integrata nell’architettura stessa, mentre icone come la poltrona Torres Clavé, del 1934, o le tradizionali sedie di Formentera rendono omaggio alla tradizione artigianale mediterranea. Altri pezzi più contemporanei come il tavolo della serie D12 ei tavolini disegnati da Marià Castelló e Lorena Ruzafa per Diabla Outdoor, forniscono un leggero contrappunto materico e cromatico al set.
L’origine di alcune delle soluzioni di questo progetto sono strettamente legate al progetto artistico “Fragments d’Arquitectura”, sviluppato parallelamente: https://m-ar.net/fragments-darquitectura/
Arquitecto: Marià Castelló; Location: Camí Vell de la Mola km. 1,8. Formentera. SPAIN; Promoter: Private; Construction Managers: Lorena Ruzafa + Marià Castelló; Building Engineer: José Luís Velilla Lon; Structure Engineer: Ferran Juan Nicolau; Facilities Engineer : Javier Colomar Riera; Design Team:Lorena Ruzafa y Marga Ferrer; Constructor / Builder:Toni 13; Project : 2011; Building process: 2019-2021; Superficie / Area: 70 m2+ 24 m2 de porche; Photography: Marià Castelló · www.m-ar.net